venerdì 29 marzo 2024

La tavola di Pasqua e della Primavera

Mi piace moltissimo apparecchiare la tavola seguendo le stagioni e le occasioni.

Non sono sempre brava negli abbinamenti di oggetti e colori diversi, ma mi diverto a sperimentare e a trovare ispirazione su internet (Instagram è un mondo di fotografie bellissime e di tavole così perfette che per me sono un sogno inarrivabile.... pazienza l’importante è provarci e cercare di imparare sempre qualche piccola cosa in più).

Per la tavola di Pasqua le alternative sono ovviamente moltissime, qui sotto qualche idea per chi ancora non avesse deciso la propria:

- tovaglia e tovaglioli di lino bianco, piatti minimal color crema (abbinare bianco su bianco è sempre difficilissimo). Per dare vivacità si può mettere al centro della tavola un runner coloratissimo come quello di Lisa Corti che trovate qui sotto oppure abbinare dei bicchieri di vetro leggero in colori e forme diverse;

- tovaglia in lino in tinta unita (sotto ne ho scelta una verde prato di Borgo delle Tovaglie) e piatti preziosi dal decoro lieve e senza tempo, come gli Sweet Plum di Wedgwood;

- tovaglia con grandi decori a fiori (sono bellissime quelle di Tessitura Toscana Telerie) e piatti classici in colori tenui come il servito Maria di Rosenthal in una sofisticata tinta orchidea;

- se invece optate per un pranzo all’aperto magari sotto un bellissimo albero la scelta può cadere su una tavola dall’aspetto fresco, tovagliette americane a quadretti vichy (qui sotto un set bianco e rosa di Borgo delle Tovaglie) e bicchieri molto molto fantasiosi e leggerissimi come i calici in vetro borosilicato di Ichendorf, ricchi di suggestioni primaverili (e deliziosi).



Tovaglia verde prato di Borgo delle Tovaglie

Tovaglia con decori a fiori Tessitura Toscana Telerie

Tovagliette vichy bianche e rosa di Borgo delle Tovaglie

Runner con decoro Camelia Magenta di Lisa Corti

 



Calice in vetro borosilicato decoro frutta di Ichendorf

Servito da tavola con decoro Sweet Plum di Wedgwood

Piatti Maria di Rosenthal

Bicchieri in vetro soffiato in tinte diverse in vendita da Westwing

 

E a fine pranzo o nel pomeriggio insieme alla colomba servite qualche cioccolatino, thé e caffè in tazze vivaci ed eleganti (Farage) e fate sfoggio di bellissimi vassoi (Plumeria) e sottopiatti rigidi (MariaVi) con disegni di fiori e frutta, che nonostante la pioggia di questi giorni ci ricordano che è primavera.

E poiché è Pasqua un tris di morbidi coniglietti (Maisonnette) da lasciare distrattamente sul divano è quasi obbligatorio.



Sottopiatto rigido decoro Peonie di MariaVi

Tazza a righe verdi di Farage Cioccolato

Coniglietti di Maisonette

Vassoio decoro floreale di Plumeria Home

 

Da leggere.

C’è ancora chi confeziona uova di cartapesta con decori retrò da riempire di cioccolatini.

La Tradizione dell’uovo di cioccolato.

Come servire la Colomba. Qualche consiglio per ricevere.

 

Ricordo che questo blog non ha sponsor, non percepisco nessun compenso per gli oggetti che decido di pubblicare qui, né riceverò compensi se qualcuno di voi deciderà di acquistare una delle cose che ho selezionato solo di mia iniziativa. Le cose che ho inserito in questo spazio ci sono perchè piacciono a me, non c’è nessuna altra ragione per parlarne qui.

Sopra trovate foto e link per … approfondire la conoscenza di questi bellissimi oggetti.

 

Grazie per essere passati da qui e BUONA PASQUA ovunque voi siate.

A lunedì con una ricetta di un dolce semplice e goloso (con una copertura di croccante cioccolato).

Antonella.

giovedì 28 marzo 2024

Moroni (1521-1580). Il ritratto del suo tempo

Una qualsiasi mostra allestita alle Gallerie d’Italia a Milano in piazza della Scala sicuramente incanta lo spettatore che entra e si trova circondato da un ambiente molto suggestivo. Ci troviamo all’interno di Palazzo Beltrami, ex sede della Banca Commerciale Italiana, costruito con eleganza e impiego di materiali di pregio dall’architetto Beltrami a inizio ‘900. Si rimane affascinati dalla bellezza del salone di ingresso in cui ci si muove su un pavimento prezioso illuminato dall’alto da un lucernario con un gioco sapiente di alternanza tra luci e ombre. Entrate nel tardo pomeriggio verso il tramonto.

L’effetto magico è ancora maggiore se la mostra non è una ‘qualsiasi mostra’, ma un’esposizione imperdibile come quella attualmente in corso che ha per protagonista Giovanni Battista Moroni (1521 ca, 1580), uno dei più fini ritrattisti del Cinquecento.



Giovanni Battista Moroni - Ritratto di podestà (1558-1562 Bergamo Accademia Carrara)

 

Giovanni Battista Moroni nacque ad Albino in provincia di Bergamo poco dopo il 1521 in quello che era il dominio di terra della Serenissima Repubblica di Venezia, al confine con lo stato di Milano, all’epoca governata dagli Spagnoli. Questa vicinanza anche culturale di Bergamo a Milano fa si che Moroni, veneto per nascita, si inserisca in quella tradizione figurativa tipica del territorio lombardo che Roberto Longhi definiva ‘pittura della realtà’ - ovvero “la pittura come registrazione del visibile” nelle parole di Longhi– che inizia con Foppa e attraverso, tra gli altri, Moretto, Savoldo, Moroni arriva fino a Caravaggio. La tesi longhiana (Moroni tra i precedenti di Caravaggio) sembra ribadita anche dai curatori, due veri specialisti del pittore di Albino: Simone Facchinetti e Arturo Galansino.

La mostra rende conto di tutta l’attività di Moroni che non fu solo ritrattista ma anche pittore di pale d’altare e dipinti a tema religioso. Non una monografica in senso stretto però: le opere di Moroni sono messe a confronto con quelle di artisti a lui contemporanei per inquadrare il contesto in cui il pittore operava e consentire utili raffronti.

Il percorso espositivo si apre con grandi pale d’altare sistemate in modo scenografico nel salone d’ingresso in cui l’attenzione viene catturata per la verità non da un’opera di Moroni, ma del suo maestro, il bresciano Alessandro Bonvicino detto il Moretto (presso la cui bottega Moroni è documentato nei primi anni 40; in mostra è presente un taccuino di appunti raccolti da Moroni negli anni di apprendistato): la grandiosa Madonna con il Bambino in trono tra i santi Eusebia, Andrea, Domneone e Domno



Alessandro Bonvicino detto il Moretto - Madonna con il Bambino in trono tra i Santi Eusebia, Andrea, Domneone e Domno (1536-1537, Bergamo Chiesa di Sant'Andrea Apostolo)

 

Il dettaglio del vassoio di peltro da cui è scivolato via un frutto e gli abiti dei protagonisti – quello di velluto rosa e raso color oro di Santa Eusebia - hanno una presenza coinvolgente; notate anche i due santi sulla destra: si tengono familiarmente sottobraccio, un dettaglio amabilissimo. E sempre Longhi vedeva nel vassoio ricolmo di frutta un indubbio precedente per la nascita del genere della natura morta (che ancora una volta porta al nome di Caravaggio e alla sua Canestra dell’Ambrosiana).

E’ impossibile raccontare il fascino di questa mostra in poche righe, mi limito qui a qualche nota e pochi suggerimenti per poterla apprezzare come merita. Le opere sono moltissime e coprono più di 30 anni di attività del pittore.

Sulle pareti si alternano decine di ritratti, solo visi colti in un attimo, mezze figure o grandi e spettacolari ritratti a figura intera. E se per le opere religiose il Moretto fu il maestro reale e l’ispiratore per tutta la carriera di Moroni, Lorenzo Lotto fu l’ideale punto di riferimento per i ritratti. Il Ritratto di Giovane di Lorenzo Lotto proveniente dalle Gallerie dell’Accademia ha lo sguardo insondabile e profondo che si ritrova in alcuni dipinti di Moroni, anche se ambientato in una ‘scena’ molto più mossa e variata di quelle che saranno tipiche del pittore di Albino (delicatissimi i petali di rosa, la leggerezza della camicia bianca sotto l’abito nero, le pagine del libro arricciate che sembrano crepitare).



Lorenzo Lotto - Ritratto di giovane Gentiluomo (1530 ca., Venezia, Gallerie dell'Accademia)

Moroni ritrae i suoi modelli senza disegno preparatorio, stendendo direttamente i colori sulla tela e a questo si deve in parte la fresca immediatezza dei suoi ritratti che sono presenze tangibili. Osservateli tutti da vicino, nessuno è uguale all’altro, anche se la struttura compositiva delle opere è simile: uno sfondo in colore neutro per i formati più piccoli, muri sbrecciati e colonne diroccate a ricordare la caducità della vita per i dipinti più imponenti, ma il tono di fondo è sempre tenue in modo da far risaltare la figura del personaggio ritratto, come se intorno al modello circolasse davvero l’aria.

Pochi ritratti sono decisamente frontali, spesso il busto del modello è disposto in diagonale, la testa rivolta verso di noi, una luce radente ad illuminare i tratti del viso. E anche su questa luce ci sarebbe molto da raccontare: non il lume diffuso dei dipinti del rinascimento ‘toscano-centrico’, ma una luce indirizzata, mirata a dare tridimensionalità e risalto al modello. Tutti in qualche modo ci guardano, cercano il nostro sguardo, la nostra attenzione e questo rende anche i ritratti ‘ufficiali’ più accostanti. Confrontate un qualsiasi ritratto di Moroni con il Ritratto del procuratore Jacopo Soranzo di Tintoretto (Jacopo Robusti) sempre in mostra, l’uomo ha lo sguardo rivolto verso un lontanissimo altrove, ci oltrepassa e non intrattiene alcun rapporto con noi, è distante. Un ritratto ufficiale in cui l’importanza del modello è evidenziata anche dall’essere così inafferrabile.

I ritratti di Moroni sono ‘ritratti al naturale’, non idealizzati, non aggiungono niente alle fattezze reali del modello che risultava perfettamente riconoscibile, dipinto così come era, senza i filtri dell’immaginazione, senza mascherare i difetti o una fisionomia poco aggraziata. Tutti inconfondibili: seri, pensierosi, energici, vagamente malinconici a volte elegantissimi, giovani e più anziani, mai distanti. Paradossale che di queste donne e uomini che ci sfilano davanti e che ci sembra di riconoscere tanto sono ‘presenti’ conosciamo pochissimo. Solo in pochi casi la loro storia è giunta fino a noi.

Prendetevi il tempo per visitare questa mostra, senza fretta. Soffermatevi sui particolari, osservate i dettagli, i gioielli delle dame.


le foto dei dettagli sono mie

 

 

La donna del Ritratto di donna con ventaglio proveniente da Amsterdam indossa una straordinaria collana di piccole perle intrecciate, un ricco medaglione, il suo abito damascato rosso corallo ha un disegno sontuoso, riprodotto con estrema abilità.



Giovanni Battista Moroni - Ritratto di Donna con Ventaglio (1576-1579 ca., Amsterdam, Rijksmuseum) ©AmsterdamRijksmuseum

 

Il ventaglio di piume bianche e rosa di Isotta Brembati ha la sofficità di un lussuoso piumino da cipria – Moroni pittore della realtà anche per questa abilità nel riprodurre il valore tattile dei materiali. Come non lasciarsi affascinare dall’abito rosa trapuntato d’argento nel Ritratto di Gian Gerolamo Grumelli (noto anche come Il Cavaliere in rosa) con le scarpette di velluto finemente lavorate e quei fiocchi rosa e argento che trattengono le calze e sembrano appena annodati.

 


Giovanni Battista Moroni - Ritratto di Gian Girolamo Grumelli (1560, Bergamo, Palazzo Moroni, courtesy Lucrezia Moroni)

E poi una profusione di abiti neri, il nero introdotto da Carlo V alla corte di Spagna aveva raggiunto una diffusione molto ampia al tempo di Filippo II, colore sobrio, elegante ma anche segno di ricchezza perché era complesso e costoso tingere i panni di nero. I neri di Moroni sono lucidi come la seta, morbidi come il velluto, pesanti quando rappresentano stoffe damascate, ricchi di riflessi e toni cangianti. Osservateli tutti. E quanti libri sono presenti in questi ritratti, disinvoltamente aperti tra le mani e allora si intravedono righe fitte di scrittura, appoggiati sui parapetti o impilati sullo sfondo, le pagine nascoste da semplici rilegature tenute strette da strisce di tessuto.

 



Una parola sui dipinti a tema religioso: pale d’altare e devoti che pregano non riescono ad affascinarci tanto quanto i ritratti, siamo in piena Controriforma, le opere si fanno più convenzionali, regole precise imbrigliano la fantasia degli artisti e certo non rappresentano la parte più suggestiva dell’opera di Moroni. Ancora una volta sono i dettagli a catturare lo sguardo: i colori spesso giocati su tonalità fredde, l’abilità con cui Moroni giovanissimo nella Madonna con il Bambino in gloria e Santi proveniente dalla Cattedrale di Trento rappresenta i guanti di San Gerolamo che sembrano di morbidissima nappa, alcuni ritratti nei dipinti di devozione privata che raffigurano le cosiddette ‘orazioni mentali’.

E da ultimo, a chiudere il percorso, Il sarto, forse il dipinto più celebre di Moroni, atterrato dalla National Gallery di Londra e qui i curatori meritano un grazie speciale per aver fatto arrivare questa opera incantevole. 



Giovanni Battista Moroni - Il Sarto (1572-1575 ca., Londra The National Gallery)


Elegantissimo con una giubba color crema chiusa da una fila di piccoli bottoni e pantaloni a sbuffo rossi, la barba curata, gli occhi grigi è in piedi di fronte al suo tavolo da lavoro. Si volge verso di noi che lo abbiamo interrotto mentre tagliava un panno nero – si vedono i segni del gesso con il quale ha tracciato il modello sulla stoffa – con uno sguardo non infastidito per essere stato interrotto, attento e insieme inafferrabile, come se ci ascoltasse o aspettasse da noi una parola. Perché noi siamo lì di fronte a lui, accanto al pittore che lo sta ritraendo, fissando sulla tela proprio quell’istante. Non sappiamo nemmeno il suo nome ‘Il sarto’, tutto qui, eppure guardatelo e vi sembrerà di conoscerlo da sempre.

 

La mostra è a Milano alle Gallerie d'Italia  fino all'1 Aprile 2024.

Il sito ufficiale della mostra.


Domani un post dedicato allo shopping per la tavola di primavera (e di Pasqua).

Grazie per aver letto fino a qui,
Antonella. 


martedì 26 marzo 2024

6 cose da fare prima che finisca marzo

 Si parla molto di liste ed elenchi di cose da fare. Digitate su un qualsiasi motore di ricerca ‘to do list’ ovvero liste delle cose da fare e vi appariranno in un attimo centinaia di articoli. Da quelli più seri e impegnativi (ne ho trovati anche alcuni scritti da psicologi, per vincere il panico dell’eccessivo carico di lavoro ad esempio) che vedono nelle liste delle cose da fare un valido aiuto alla organizzazione della giornata, agli articoli più pratici che propongono modelli di liste da fare, senza entrare nel merito di valutazioni troppo complicate. Si limitano a dare qualche idea e a suggerire dei metodi per scrivere le liste, da quelle della spesa a quelle più complesse, mostrando modelli e template cui ispirarsi: un semplice elenco di cose da fare scritto in bella grafia, un diario con disegni fantasiosi e colorati o per le più tecnologiche consigli sulle app più adatte allo scopo. Insomma la sostanza è che si possono fare liste per tutto e spesso si rivelano di grande aiuto. Dalla pulizia della casa, alla organizzazione della giornata, alle cose da mettere in valigia per un viaggio, anche qui si può scegliere tra valigie per un fine settimana, per una vacanza settimanale eccetera eccetera.

Ma non esistono solo liste delle cose da fare e dei compiti da assolvere: è piacevole e divertente anche compilare liste dei desideri e più in generale liste di cose per prendersi cura di se stessi e del proprio benessere.

Siamo oramai quasi a fine marzo (questo blog nasce un po’ in ritardo rispetto al mio progetto iniziale) ma è molto piacevole a inizio mese provare a compilare una lista di piccoli desideri da realizzare nei successivi trenta giorni, desideri che siano in linea con la stagione (quindi per fare un esempio: vietato desiderare cartocci di caldarroste da acquistare a maggio o progettare la ricerca dell’abete perfetto per l’albero di Natale a inizio agosto).

Vi suggerisco di provare a farlo: ad ogni inizio mese una lista di piccole cose da progettare per rendere piacevole e desiderabile la Easylife delle successive settimane, rendere il quotidiano più lieve e concedersi qualche soddisfazione.

A titolo di esempio metto di seguito la mia lista dei desideri di marzo. Non è detto che riuscirò a realizzarli tutti, ma intanto sono lì che aspettano di essere spuntati dall’elenco. Costruite una piccola tradizione (ho letto di recente qualche interessante considerazione sulla differenza tra abitudine e tradizione, potrebbe essere l’argomento di un prossimo post del martedì). Il primo giorno del mese: la mattina, con una tazza di caffellatte, thè o qualunque cosa vi piaccia, un bel quaderno e una matita o penna o lo smartphone se avete optato per una app che registri le vostre liste; personalmente preferisco carta e penna, sono costretta a scrivere più lentamente e questo mi aiuta a pensare. Provate a mettere nero su bianco cosa vi piacerebbe fare nel mese per mettere in pratica i principi della Easylife (piccole cose che possano rendere piacevole la vita di ogni giorno).

 


Ecco la mia lista dei desideri Easylife di marzo

-- Una passeggiata al mare fuori stagione, prima che inizi il caos delle spiagge strapiene di turisti e bagnanti. Non amo spiagge affollate e caldo eccessivo, ma è questione di gusti, a me il mare piace soprattutto fuori stagione. Servono un paio di jeans e di scarpe comode, occhiali da sole, un piccolo secchiello per raccogliere conchiglie e sassi sul bagnasciuga se le disposizioni locali lo consentono (ci sono spiagge protette dalle quali non si può portare via niente, nel dubbio, meglio non raccogliere nulla). Le ore più belle per passeggiare sono quelle della mattina presto o il pomeriggio dopo le 4, una lunga passeggiata lungomare, scegliendo di andare a piedi nudi solo se il sole ha scaldato un po’ la sabbia. Personalmente trovo che il mare fuori stagione sia uno dei posti più belli dove trascorrere una giornata all’aperto. Pranzo di pesce guardando il mare seduti ai tavoli di una vera trattoria.  

-- Acquistare le piantine aromatiche da sistemare in una piccola serra in terrazza o in una aiuola in giardino. Marzo è il mese in cui comincio a raccogliere i vasetti di piante aromatiche (piccoli e facilmente gestibili, dato che non ho un giardino) da utilizzare per cucinare nei prossimi mesi, io di solito acquisto: timo limone, basilico, maggiorana, erba cipollina e una minuscola piantina di peperoncini, rossi e molto decorativi. Le sistemo in terrazza in una piccola serra e mi ricordo di annaffiarle con regolarità.

-- Organizzare il primo picnic della stagione: se il clima lo permette marzo può essere già tempo del primo picnic. Niente di complicato, una torta salata o dei panini preparati a casa, frutta e qualcosa di dolce: una tavoletta di cioccolato, crostatine alla crema monoporzione, muffin o un vassoietto di bignè comprati in pasticceria prima di partire per il prato scelto come destinazione.

-- Preparare il primo dolce con le fragole: a fine marzo sui banchi del mercato si vedono già le prime fragole di provenienza italiana – almeno dove abito io. Poiché mi piacciono tantissimo, festeggio il loro ritorno con un dolce: crostata crema e fragole, meringa con la panna e fragole, un bicchierino (fool o verrina non so come li chiamate di solito) con crema, fragole, crumble croccante. Scelgo al momento quello che mi ispira di più.

-- Acquistare un mazzo di peonie, decisamente il mio fiore preferito.

-- Sostituire i cuscini dei divani e delle sedie e i runner per la colazione: mi piace avere in casa oggetti che riprendono i colori della stagione e cambiarli con il ritmo delle stagioni. Cuscini e tovagliette utilizzati fino ad ora hanno fantasie e colori che mi sembrano adatti ad un clima freddo, arancio, verde intenso, marrone ad esempio. Li metto via e al loro posto arrivano quelli più adatti alla stagione con colori tenui, tinte pastello, decori di piccoli fiori.

 

Grazie per aver letto fino a qui.

Appuntamento a giovedì con la recensione di una mostra imperdibile che chiude tra pochi giorni.

Antonella.

lunedì 25 marzo 2024

PANBRIOCHE FACILISSIMO PER LA COLAZIONE

Per questa prima ricetta EasyLife inizio.. dall’inizio, ovvero dalla colazione.

Questo panbrioche molto facile da fare è perfetto per la prima colazione: si può spalmare con marmellata, miele, ricotta e un velo di zucchero. Potete affettarlo, passare le fettine nel tostapane e gustarlo, così, al naturale con té, caffellatte, cioccolata calda.

Si può utilizzare anche per un dolce semplice e goloso come il pain perdu: affettato, passato nel tostapane, spennellato con un velo di burro fuso e zucchero (io preferisco fare così invece che tostare le fette direttamente in una padella con il burro, ottengo un dolce più leggero) e poi guarnito con panna e fragole lasciate macerare una mezz’ora con qualche cucchiaio di zucchero.

Se vi piace molto dolce aumentate la dose dello zucchero a 110 gr, io lo preferisco così, appena appena dolce.

Potete anche aromatizzarlo con vaniglia oppure scorza di limone non trattato. Aggiungere gli aromi alla miscela di farine prima di fare l’impasto.

 



PAN BRIOCHE FACILISSIMO

Ingredienti per uno stampo da plum cake di 22 cm

250 gr di farina 00

200 gr di farina 0

6 gr di lievito di birra fresco

200 gr di latte intero  + 2 cucchiai per la decorazione finale

90 gr di zucchero semolato

1 uovo

5 gr di sale

 

PROCEDIMENTO

- In una ciotola capiente (servirà per fare l’impasto) sciogliere il lievito in 50 gr di latte tiepido tolto dal totale e lasciar riposare.

- A parte mescolare tutta la farina 0, 200 gr di farina 00 e lo zucchero.

- Scaldare il latte rimasto, prima che inizi a bollire toglierlo dal fuoco, sciogliere dentro il burro e lasciar raffreddare.

- Sbattere bene l’uovo con il sale in una ciotolina per renderlo schiumoso.

- Quando latte e burro sono a temperatura ambiente aggiungerli al latte e lievito, mescolare e quando sono amalgamati aggiungere anche l’uovo, lasciandone un cucchiaio da parte per lucidare il panbrioche prima di infornare.

- Quando è tutto amalgamato aggiungere nella ciotola la miscela di farine e zucchero, poco alla volta iniziando ad impastare nella ciotola prima con un cucchiaio e poi appena l’impasto è un po’ consistente trasferirlo su una spianatoia.

- Impastare a mano per una decina di minuti utilizzando poco per volta la farina 00 rimasta, potrebbe non servire tutta. Si deve ottenere un impasto lavorabile ma ancora lievemente appiccicoso da lavorare ‘sporcando’ il piano di lavoro e le mani con un pizzico di farina 00.

- Formare una palla e lasciar lievitare l’impasto in una ciotola pulita, coperto da pellicola fino al raddoppio (circa 4 ore).

- Foderare lo stampo da plum cake con carta da forno.

- Terminata la prima lievitazione rovesciare il panetto sul piando di lavoro infarinato, suddividerlo in tre parti uguali, formando tre palline. Mettere le tre palline una accanto all’altra nello stampo, coprire e lasciar lievitare ancora un’ora.

- Al termine di questa seconda lievitazione accendere il forno statico a 180 gradi. Quando il forno arriva in temperatura diluire il cucchiaio di uovo rimasto con due cucchiai di latte e spennellare la superficie del panbrioche.

- Infornare per 40/45 minuti (dipende dal forno), se in superficie si colora troppo, dopo 30 minuti coprire con un foglio di alluminio.

 

A domani con un post dedicato a cose belle e semplici da fare in questo mese di marzo ormai quasi finito.

 

Grazie,

Antonella.   

 

domenica 24 marzo 2024

UN NUOVO BLOG - BENVENUTA EASYLIFE

Negli anni passati ho aperto due blog, un blog di cucina e successivamente un blog che parla di pittura, di arte, di opere che incantano per la loro bellezza o che nascondono storie di cui vale la pena parlare o semplicemente che piacciono a me (in precedenza avevo lavorato nella redazione di un magazine on line che si occupa di arte).

Due blog che raccontavano alcune delle mie passioni: cucinare, leggere di arte, visitare mostre, perdersi nei musei, ma anche nei paesini e nelle piccole chiese che punteggiano l’Italia e che spesso nascondono tesori anonimi ma da guardare con rispetto.

Così all’inizio di questo 2024 ho deciso di aprire un terzo blog, lascerò andare gli altri due che mi hanno fatto compagnia in questi anni per riunire in un unico posto tutto quello che mi piace fare, leggere, scrivere. Ho deciso di chiamare questo nuovo blog Easylife. Easylife per me vuol dire questo: leggerezza di vivere, che non significa non avere problemi (chi non ne ha piccoli e grandi?) o responsabilità ma cercare di ottenere il meglio da quello che ogni giorno la vita ci offre. L’idea è quella di condividere qui pensieri, ricette, racconti, cose bellissime viste in giro per il mondo e provare ad immaginare e a mettere in pratica giorno dopo giorno una vita ‘easy’ fatta di piccole soddisfazioni quotidiane piuttosto che di grandi conquiste sempre molto difficili da raggiungere. 

Certo non è affatto facile farsi trovare nel mare magnum della rete. La mia speranza è quella di riuscire ad avere un numero discreto di lettrici e lettori che possano apprezzare quello che faccio e seguirmi con continuità. Come fare a farsi trovare? Questo ancora non lo so, lo scoprirò strada facendo.

Easylife nasce con un programma di pubblicazioni regolari che spero di riuscire a mantenere perché la mia vita attuale è piuttosto piena di impegni ed attività. L’obiettivo che dichiaro dall’inizio è quello di un minimo di quattro nuovi post ogni settimana, scanditi da un calendario preciso:

-- lunedì: una ricetta da provare in settimana, si parla quindi di cucina

-- martedì: un post di chiacchiere e riflessioni varie che parli di stili di vita, riflessioni su come viviamo e cosa vogliamo ottenere, idee per rendere la propria vita un pizzico più speciale ogni giorno, coltivando il principio che il benessere è nascosto nelle piccole cose Parole in libertà insomma.

-- giovedì: giornata dedicata all’arte, alla pittura, a recensioni di mostre recenti, a qualche opera straordinaria che mi piace raccontare qui, ma anche a opere sconosciute scoperte nei fine settimana in giro per l’Italia

-- venerdì: momento shopping.. immancabile non per indurre chi legge ad acquisti compulsivi, ma solo per offrire una piccola panoramica delle cose bellissime che si trovano in giro per il mondo, anche se alcune di queste resteranno per sempre nella lista dei desideri. Guardare le vetrine dei negozi di una grande città o perdersi nelle vetrine virtuali della rete serve a conoscere cose nuove e a formarsi un’idea del bello, che è così importante! Non necessariamente ad acquistare tutto ciò che piace. Ci saranno libri, abiti, oggetti per la casa, borse e altre piccole curiosità che si trovano nei ‘negozi veri’ o in Internet che ci mette a disposizione davvero il mondo. Preciso fin da ora che questo blog non ha sponsor e non percepisco nessun compenso per gli oggetti che decido di pubblicare qui, né riceverò compensi se qualcuno di voi deciderà di acquistare una delle cose che ho selezionato solo di mia iniziativa. Le cose che compariranno in questo spazio ci sono perchè piacciono a me, non c’è nessuna altra ragione per parlarne qui. E’ un mio ‘vision board’ del tutto personale (ne parleremo di vision board.. sono interessantissimi e molto accattivanti).

 

Di tanto in tanto il mercoledì inserirò una proposta di un posto speciale da visitare, dove trascorrere un breve fine settimana, una gita fuori porta, la meta di un compleanno o di un anniversario che deve essere festeggiato con particolare attenzione. Perché viaggiare – anche dietro casa – apre la mente e tenere gli occhi aperti sul mondo è .. un modo per mantenersi giovani a qualsiasi età.

 

Perché il nome Easylife? Perché per quanto mi riguarda una vita ‘facile’ ovvero di piccole soddisfazioni quotidiane è l’obiettivo da raggiungere. Qualunque sia il nostro livello di vita, il lavoro che facciamo, il luogo in cui viviamo – dal piccolo paesino di montagna alla grande città metropolitana – ci sono piccoli lussi da coltivare: leggere un libro, guardare un quadro con maggiore consapevolezza, apparecchiare le cene del fine settimana con una candela sulla tavola o un piccolo vaso di vetro con un fiore fresco, dettagli, si, ma che possono fare la differenza.

L’intenzione di questo blog è provare a condividere proprio questa idea: sono le piccole cose che rendono speciale la vita di ogni giorno – pur nella consapevolezza che ognuno di noi hai i propri grandi e piccoli problemi.

E per rendere facile e un po’ speciale la quotidianità e coltivare una easylife non si devono mai perdere di vista alcuni punti fermi:

1.   Continuare sempre, ogni giorno ad imparare qualcosa, rimanere curiosi di tutto: la curiosità è una delle doti più affascinanti dei bambini che sono sempre alla scoperta del mondo e credo che sia uno dei segreti per vivere bene e mantenersi giovani. A qualsiasi età. Per questo il giovedì parlerò di arte: per scrivere qualcosa qui devo continuare a leggere e ad imparare e chi legge può a sua volta scoprire qualcosa di nuovo, incuriosirsi e proseguire a cercare e conoscere. Può convincersi a sfogliare un libo di arte per scoprire altre opere di un pittore, a visitare un museo o semplicemente a fare più attenzione la prossima volta che entrerà in una piccola chiesa o farà una passeggiata nel centro di una città: magari avrà l’idea di guardare con curiosità la facciata di un palazzo, la forma di una piazza, di scoprire il particolare di un dipinto appeso su un altare.  

2.   Coltivare un hobby, riuscire a ritagliare nella giornata anche solo 15 minuti da dedicare a se stessi e alla proprie passioni, qualunque siano: leggere, scrivere, fare yoga, fotografare fiori o architetture, lavorare ai ferri, occuparsi del giardino, colorare disegni, dipingere con gli acquerelli – uno dei miei tanti sogni ancora irrealizzato - preparare una torta…

3.   Mangiare cibo di qualità cucinato in modo semplice: da noi qui in Italia è normale l’idea di tornare a casa e prepararsi la cena, ma leggo in molti blog stranieri che saper preparare un buon piatto (anche semplici spaghetti al pomodoro o un uovo in camicia con pane croccante e un’insalata fresca) è un lusso che molti devono imparare a concedersi, vincendo la tentazione del cibo consegnato a domicilio o precotto e congelato, pronto per il microonde. Bene: non perdiamo mai l’abilità di cucinare, sedersi a tavola insieme e condividere un pasto. Le ricette che metterò il lunedì sono pensate per questo: saper cucinare è – penso – un privilegio, non solo è estremamente divertente e anche di grande soddisfazione ma è il primo passo di una serata carina da trascorrere a chiacchierare in famiglia, tra amici, con le persone del cuore. Seduti a tavola, una tavola ben apparecchiata, con un buon piatto da gustare lentamente. Ed è anche un modo per farsi compagnia quando si è da soli.

4.   Concedersi di tanto in tanto un piccolo lusso, qualcosa che esca dalla routine quotidiana: regalarsi un colorato mazzo di fiori, prendere un treno e fare una gita da mattina a sera per vedere un museo in una città vicina, concedersi una pausa pranzo più lunga per curiosare in una libreria, acquistare una scatola  di cioccolatini artigianali da gustare la sera con il vostro libro preferito, regalarsi una pausa thè un pomeriggio in una sala da thè della vostra città (ormai ce ne sono di davvero carine un po’ ovunque).

5.   E infine, forse la nota più importante: essere gentili con se stessi e con gli altri è il punto di partenza per una easylife.

 

Questo primo post è piuttosto lungo – gli altri, lo prometto, saranno più brevi, ma questo serviva per presentare il mio nuovo EASYLIFE.

Grazie per avere letto fino a qui e spero che vogliate curiosare di nuovo domani, per la prima ricetta di EASYLIFE.

Buona domenica e a presto!

Antonella.

Jean Siméon Chardin - Il barattolo di albicocche - Art Gallery of Ontario Toronto

Un barattolo di albicocche sciroppate pieno solo per metà, con il tappo avvolto da un foglio di carta tenuto stretto da un filo di spago, tr...